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come si esegue lo screening per il diabete di tipo 2

L’osteoartrite (OA) è una malattia degenerativa della cartilagine articolare progressiva irreversibile che si esplica con sintomi e segni clinici(dolore, gonfiore, zoppia…).

Nei vari trattamenti consigliati: antinfiammatori, fisioterapia antalgica e lavoro muscolare, calo ponderale, “dieta antiartrosi”, trova spazio da diversi anni la terapia infiltrativa a base di acido ialuronico, fattori di crescita, cellule staminali, corticosteroidi.

Nel liquido sinoviale sano l’acido ialuronico è costituito da catene lineari del peso molecolare di circa 6 milioni di Dalton e con una concentrazione di 3-4mg/ml, nell’articolazione artrosica il peso molecolare scende a 1,9 milioni di Dalton e la concentrazione scende a 1,5 mg/ml. L’AI permette la lubrificazione e la viscoelasticita del liquido stesso, preservando il tessuto cartilagineo.

L’artrosi colpisce il 35% degli individui tra i 50 e i 59 anni e il 55% delle persone che hanno superato i 70 anni, dimostrandosi la patologia articolare più frequente. La sede più colpita, in oltre il 45% dei casi, è il GINOCCHIO.

In presenza di ARTROSI, si riducono sia il peso molecolare che la concentrazione di acido ialuronico all’interno dell’articolazione, facendo prendere il sopravvento alle cellule dell’infiammazione e di conseguenza a gonfiore, dolore e rigidità, come sintomi.

L’AI per via intrarticolare potrebbe determinare diversi effetti(disease modifying): effetto antinfiammatorio, effetto condroprotettivo, effetto antalgesico, miglioramento della struttura ossea sub-condrale ed aumento della produzione di AI endogeno.
Nel meccanismo d’azione è importante prendere in considerazione il peso molecolare:

  • basso peso molecolare 0,5-0,8 MDa
  • medio peso molecolare 0,8-1,5 MDa
  • alto peso molecolare >1,5 MDa(compresi i cross-linked 3,6-6 MDa)

Non è chiaro se, tra le formulazioni attualmente utilizzate nella pratica clinica, ve ne sia una maggiormente efficace.

  • La scelta è generalmente effettuata in base a:
  • stadio della malattia
  • età del paziente
  • le sue esigenze funzionali e il suo stile di vita

Non ci sono regole definite e l’esperienza del medico e la valutazione delle condizioni di ogni singolo paziente risultano fondamentali nella decisione della terapia più adatta.

EFFETTI SUI SINTOMI

Dalla Letteratura Scientifica si riscontra un sollievo del dolore paragonabile o superiore a quello riscontrato con i trattamenti tradizionali.
Molti studi hanno dimostrato che l’AI sia in grado di attenuare i sintomi della malattia, riducendo il dolore e aumentando la funzionalità articolare, raggiungendo il suo effetto massimo a 6-8 settimane dalla somministrazione e mantenendo un effetto residuo a 6 mesi.

EVENTI AVVERSI

Sono rappresentati da lievi sintomi locali come:
• dolore • gonfiore • arrossamento della sede dell’iniezione
vengono riscontrati in basse percentuali e transienti in quanto scompaiono in pochi giorni.

CONCLUSIONI

  • La terapia infiltrativa con AI è fortemente raccomandata nel ginocchio per la riduzione della sintomatologia dolorosa (consenso europeo 2015)
  • Le maggiori evidenze vi sono sui pazienti affetti da artrosi lieve-moderata (consenso Stati Uniti 2017)
  • Le infiltrazioni di AI possono ritardare la necessità di sostituzione protesica (consenso italiano 2015)

 

Dott. Gianluca Martini
Medico chirurgo specialista in ortopedia traumatologia dello sport

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