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La cultura della prevenzione parte da giovani. Fumo e cibi grassi da evitare per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. Ecco tutto quello che c'è da sapere.

La cultura della prevenzione per il cuore, il nostro motore portante, rappresenta una scelta che in molti casi, può salvare la vita. Secondo uno studio condotto qualche anno fa con l'istituto Superiore di Sanità e l'Associazione nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, le malattie cardiache e l'ipertensione arteriosa - nella fascia d'età fra i 35 e i 75 anni, colpisce in Italia il 51% degli uomini e il 37% delle donne. Se poi si prendono in esame i dati dell'Ufficio di Statistica dell'Istituto Superiore di Sanità sulle morti per malattie cardiovascolari, si rileva che queste rappresentano il 40% di tutte le morti, con un tasso medio di 148 decessi per 100mila abitanti.

Cosa fare allora per prevenire le malattie del cuore, anche da giovani?

Lo abbiamo chiesto al cardiologo Gianluca Zingarini dell'ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, incontrato in occasione della presentazione degli screnning gratuiti che si terranno dal 23 al 25 giugno in Piazza IV Novembre. 

Qualche consiglio per prevenire le malattie cardiovascolari?

"Sicuramente determinanti, tal senso, sono l'alimentazione e l'attività fisica. Ridurre la quantità di grassi e soprattutto la quantità di sale nella dieta, produce un benessere fisico che è vantaggioso sotto questo punto di vista. Il sale, in particolare, per l'incidenza di ipertensione elevata nella popolazione generale e i grassi per le malattie cardiovascolari associate. L'attività fisica è quella che ci far star bene, ci fa pompare il cuore a una frequenza più lenta e permette di mantenere le arterie più larghe. Questo comporta di conseguenza bassa pressione, maggior irrorazione dei tessuti e quindi minor rischio di malattie legate al cuore". 

Quali sono i fattori scatenanti per questo tipo di malattie cardiovascolari?

"Il fumo è di certo uno dei fattori più pericolosi, che aumenta l'aggregarietà piastrinica e la formazione dell'alterosclerosi; l'alimentazione, come già ribadito, e lo stress, che è comunque un fattore concomitante. Quando siamo sottoposti a stress, aumenta il consumo di ossigeno, il cuore richiede più sangue per pompare con maggior forza e se noi abbiamo una coronaria ostruita, questo può comportare problemi, dall'angina all'infarto".

malattie cardiovascolari

Quanto è importante la prevenzione nell'evitare l'insorgenza delle malattie cardiovascolari?

"Abbiamo i fattori di rischio modificabili, come ad esempio il nostro stile di vita e fattori di rischio non modificabili, come la genetica o l'ambiente e la società in cui viviamo. E' chiaro che se un soggetto vive in condizioni socio-economiche disagiate avrà un'alimentazione meno corretta rispetto a chi vive una condizione migliore. Oppure le popolazioni molto industrializzate come l'America dove c'è una scorretta alimentazione e quindi c'è una maggiore incidenza di malattie cardivascolari. Sottoporsi a dei controlli, soprattutto laddove non è possbile modificare i fattori di rischio, diventa dunque fondamentale".

A che età possono insorgere questo tipo di problematiche?

"Dai 35 ai 75 anni c'è una buona probabilità (per gli uomini circa il 50%, per le donne 37%) di sviluppare un fattore di rischio o una malattia cardiovascolare. In Umbria non abbiamo, dal punto di vista epidemiologico, dati allarmanti. Tutt'altro. Abbiamo una incidenza di malattie cardiovascolari lievemente al di sotto della media nazionale. Nella nostra Regione c'è un registro, Umbria FA, che raccoglie i dati della popolazione in cui c'è una diminuzione della tendenza rispetto al resto dell'Italia. Abbiamo anche una qualità d'aria migliore che permette di ossigenare meglio il cuore. Evitare cibi grassi comuque, sempre". 

A chi sono consigliati gli screning per la prevenzione delle malattie cardiovascolari?

"Dai 35 ai 75 anni, soggetti sani: è la fascia ideale. Un malato cardiopatico ha di solito alle spalle già un background medico. Quindi è consigliata a soggetti giovani, fumatori con una storia genetica di ipercolesterolemia, diabete o iperglicemia",

Fonte: PerugiaToday

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